Ai posteri: il Venticinquennio

Un noto portale enciclopedico italiano propone al suo interno una sorta di Bignami virtuale di alcune fra le materie più importanti dello scibile umano, tra le quali un rapido ma tutto sommato esaustivo excursus di Storia.
Nel capitoletto riguardante l’Italia dall’Unità alla Prima Guerra Mondiale, compare il doveroso accenno agli anni contraddistinti dai governi Giolitti.

I maggiori progressi, tuttavia, maturarono durante i gabinetti presieduti da Giovanni Giolitti (1892-93, 1903-05, ’06-’09, ’11-’13). La sua presenza politica, caratterizzata da una larga apertura verso le esigenze delle classi sociali più deboli e numerose, ma anche da un’assoluta mancanza di scrupoli nei momenti in cui lo ritenne necessario, influenzò la storia italiana nei primi anni del XX sec., tanto da tramandare ai posteri questo periodo come “età giolittiana”.

Il sottoscritto, pesantemente e notoriamente ossessionato, si è subito figurato, a fine lettura del trafiletto testé riportato, un ipotetico Bignami scritto per gli studentelli sfaccendati del futuro più o meno prossimo, sunteggiante i primi decenni del XXI secolo.

Il maggior regresso politico/culturale, tuttavia, maturò durante i governi presieduti da Silvio Berlusconi (1994-95, 2001-2005, 2005-2006, 2008-2013, 2013-2018, 2020-2025 ). La sua presenza politica, caratterizzata da una larga apertura verso le proprie esigenze personali e quelle delle classi sociali via via più adatte al proprio tornaconto in termini di consenso popolare, ma anche da un’assoluta mancanza di scrupoli e decenza nei momenti in cui lo ritenne necessario, influenzò la storia italiana nei primi decenni del XXI sec., tanto da tramandare ai posteri questo oscuro periodo come “età berlusconiana”.